Le classi 3cinf, 3alsa, 2blsa Torriani hanno visitato il Festival Fotografia etica di Lodi e hanno riportato a casa una consapevolezza: quello del fotoreporter è un mestiere importante. Non si tratta di essere eroi quando si fotografano scenari di guerra o situazioni di crisi. Si tratta di far bene il proprio mestiere che è "informare" attraverso l'immagine, la fotografia che narra in modo molto efficace quello che altrimenti si perderebbe nell'astrazione e nella moltitudine di tutte le narrazioni.
"Occhio non vede, cuore non duole", è il proverbio che semplicemente, ma efficacemente esprime la cifra delle molte mostre fotografiche visitate. Se non le "vediamo", la guerra, il cambiamento climatico, le discriminazioni rimangono parole.
Invece gli studenti del Torriani sono potuti entrare nella Mariupol assediata nel 2022, nei locali di ritrovo dei giovani ucraini che provano a "vivere" tra una sirena e l'altra, comprendo con il volume della musica i bombardamenti; oppure si sono rallegrati nel vedere "danzare" sugli skateboard le ragazze boliviane nelle loro gonnelline etniche, un contrasto esteticamente perfetto che esalta la libertà femminile tra tradizione e modernità; hanno seguito la vita di una giovane ragazza del Kentaky che, insieme a suo nonno, prova a portare avanti una piccola impresa agricola nella modernità dei colossi dell'agricoltura; hanno guardato i volti fieri dei pastori di alpaca del Perù che rischiano di perdere la loro cultura, il loro lavoro e la loro storia a causa del camabiamento climatico.
Nell'era delle IA che generano immagini, la fotografia etica gioca un ruolo decisivo ed è evidente, per chi visita queste mostre, che non potrà mai essere sostituita da uno sguardo non umano.