Dalla Thailandia a Cremona, il prof. Paolo Bosisio - noto a tutti come il "preside del Collegio", il famosissimo reality campione di ascolti da otto anni - ha dialogato con la redazione di Radio JT, la radioweb dell'IIS Torriani. Divertente e profondo allo stesso tempo è stato il dialogo tra Valentina Scotuzzi e Cosma Bozzetti di Radio JT (con la regia di Stefano Nespoli) e il professore. A suo agio e molto disponibile, Paolo Bosisio ha raccontato della sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo e dell'Università Statale di Milano, ma ha anche condiviso una riflessione importante sulla modernità in cui si trovano a vivere i ragazzi di oggi facendo i complimenti a chi insegue le sue passioni come gli studenti della radioweb del Torriani.
Attore, regista, sceneggiatore, professore universitario di storia del teatro, realmente preside di un liceo artistico negli anni Ottanta e oggi preside per finzione del Collegio.
Un direttore severo perché "credo nel merito - spiega Bosisio - e dunque in una scuola seria e uguale per tutti. Di fronte alla mancanza di serietà divento molto severo". Anche se poi spiega come sia difficilissimo rimanere seri di fronte alle uscite degli studenti del reality, scelti ad hoc da uno scouting che punta al personaggio. A una domanda di Valentina Scotuzzi sul "dietro le quinte" spiega che i professori "recitano", mentre gli studenti sono "naturalmente così" e dunque anche il "copione" degli insegnanti è più un canovaccio e un "saper improvvisare" in base a quello che succede.
D'altro canto, il prof. Bosisio nasce attore già a nove anni, come racconta rispondendo alle domande di Cosma Bozzetti. Per poi proseguire con la compagnia teatrale del suo liceo che debuttò in un teatro San Babila che da poco aveva aperto i battenti. Poi il passaggio in televisione e l'università. Ripensa con molto affetto ai suoi 15000 studenti, con cui ha sempre avuto un buon rapporto. Un numero esiguo se confrontato con i milioni di spettatori del Collegio che gli hanno donato popolarità e qualche problema di privacy. E quando Cosma gli chiede quale siano oggi gli educatori e i formatori delle nuove generazioni risponde che il compito è sicuramente della scuola e della famiglia raccontandosi come un bravo docente e, forse, non un bravo genitore. Da "vecchiaccio", come si definisce, ai ragazzi consiglia di uscire dall'isolamento: uscire, vedersi, incontrarsi, toccarsi. La formazione di una volta si basava su questo tipo di incontri e di relazioni e questo aspetto, nell'era dei social e dell'IA, manca.
Un'intervista franca e profonda, tutta da godere sui canali di radio jt Torriani.