La mafia nei P.S. di Al Manzone.
A conclusione della settimana in ricordo delle vittime di mafia oggi il dott. Antonio Prattella, dell'associazione milanese Impastato/Castelli, tiene, nell'aula Magna dell'IIS TORRIANI, la conferenza "La mafia nei P.S. di Al Manzone" alla presenza di dieci classi con i loro insegnanti e in diretta streaming. Manzoni dà il là a un interessantissimo viaggio nel tempo, tra i volti di tanti eroi, del passato e dei nostri giorni, ma anche dei protagonisti di azioni malavitose. Antonio Prattella, con preparazione e perizia, ci conduce in questo percorso e ci esorta alla speranza e a fare del nostro meglio: "EROE è chi svolge bene nient'altro che il proprio lavoro e il proprio dovere!" dice.
Possiamo esserlo anche noi dunque...
E i ragazzi come commentano?
Scrivono due di loro per tutti.
Dora Agnelli (2ACHI): "Cittadino, è così che Antonio si è presentato, a voler sottolineare che il problema e il contrasto alla mafia e alla sua mentalità deve riguardare tutti noi cittadini. Il punto di partenza, la chiave di lettura con cui ci è stato presentato questo fenomeno così strettamente legato all’attualità (solo pochi giorni fa in classe abbiamo ricordato il trentesimo anniversario della strage di Capaci) è il romanzo per eccellenza della nostra letteratura, “I Promessi Sposi” di Manzoni. Nel suo intervento “La mafia nei Promessi Sposi di Al Manzone" è stato utile ripercorrere i passi del romanzo in cui si scopre che già nel ‘600 il malgoverno spagnolo ha fatto propri gli atteggiamenti e i comportamenti delle cosche affiliate alla mafia, scoprire che, in fondo, anche al tavolo di Don Rodrigo siedono i boss della cupola e che dietro la porta, con fare cauto, si muove un collaboratore di giustizia, il vecchio servitore, pronto a schierarsi dalla parte giusta, quella della legalità. L’iniziativa ci ha consentito di fare un’analisi approfondita della materia, iniziando dall’etimologia della parola “mafia” per poi passare a un confronto attivo tra attualità e fatti narrati nelle vicende dei Promessi sposi. La mafia è un fenomeno, a discapito di quanto ritenuto usualmente, diffuso già dal lontano XIV sec., come più volte richiamato da Manzoni nel romanzo, che non ha mai cessato di mutare ed evolversi con la società e la storia. Tutto ciò in un perenne tentativo di estirpare questo male con gli strumenti della legalità, con l’istruzione, con la collaborazione con lo stato, l’onestà, e in tanti, troppi casi con la vita. Di fronte alle intimidazioni dei bravi nei confronti di Don Abbondio abbiamo la fermezza di Libero Grassi, di fronte alle prepotenze di Don Rodrigo abbiamo il sorriso di don Pino Puglisi, di fronte alla giustizia ingiusta e connivente dell’Azzeccagarbugli lo straordinario esempio del giudice Livatino, di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. A mio parere l’iniziativa proposta è stata particolarmente interessante ed importante; è fondamentale istruire in merito a tale argomento, perchè credo che la consapevolezza, l’informazione siano la chiave per comprendere questo “mostro dai mille tentacoli”. E se per farlo ci si “serve” anche della letteratura, ancor meglio! Ciò significa trovare nei grandi autori che studiamo a scuola un aggancio al presente, un modo per comprendere la realtà, e non da ultimo farci capire da quale parte stare. Grazie Antonio!"
Nicholas S. (4CINFO): "Un incontro interessante, che ha confrontato un grande classico coi problemi attuali della mafia, dimostrando quanto questa abbia radici antiche, ben più di quanto si pensi generalmente. Oltre a dare un'esaustiva spiegazione sull'argomento, il relatore ha anche fornito un messaggio su "come essere veri uomini", riferito al significato della parola "omertà", ossia non restando in silenzio, non ignorando la realtà, ma acculturandosi, poiché è la cultura a fornire il più potente strumento per contrastare la malavita, e l'alleanza contro questa il più grande scudo con cui difendersi”.
Lisa Nicoli
https://www.youtube.com/watch?v=Ri6Q5nh3l_I