In occasione dell'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, proclamata dall'ONU, il progetto Memoria, percorsi pe runa cittadinanza attiva ha proposto alle scuole della Rete il monologo di Roberta Biagiarelli, dedicato alla strage di Srebrenica, nella ex Jugoslavia, classificato dal Tribunale Internazionale dell'Aja come genocidio.
36 studenti del Torriani di 5AINF, 5DINF, 4ALSA, 4AINFO, 4ABIO, 5BMAN partecipano allo spettacolo
‘A come SREBRENICA’
una storia d'assedio
di e con Roberta Biagiarelli
regia Simona Gonella
maestro d’ispirazione Luca Rastelli
La testimonianza sul genocidio di Srebrenica ha debuttato nel 1998 e fino ad oggi è stata replicata per ben oltre 600 volte in Italia e all’estero (Sarajevo, Tuzla, tour in Spagna, Vienna, Svizzera, Svezia e Gerusalemme).
Il 19 febbraio 2019 il monologo è stato ospitato dal Parlamento Europeo a Bruxelles. A Srebrenica è stata scritta una delle pagine più oscure del Novecento e anche da quel luogo occorre ripartire per ri-pensare l’Europa, per non cadere nell’errore di liquidare il conflitto balcanico come qualcosa di risolto e lontano nel tempo. Una lezione della memoria contro il pericolo dei nazionalismi, delle divisioni e delle manifestazioni di intolleranza.
Riconosciuto a livello internazionale come l’ultimo Genocidio compiuto nel cuore d’Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Srebrenica non ha ancora visto una piena assunzione di
responsabilità da parte dell’Europa per ciò che accadde in quel luogo 28 anni fa. Il Memoriale delle vittime di Srebrenica a Potocari non è ancora un memoriale europeo: testimonia dolore e vergogna rispetto a ciò che è avvenuto e chiede che l’Europa si "ripensi" a partire dalla prospettiva di un nuovo umanesimo, tenendo fede a quei principi di fratellanza e solidarietà che ispirarono i padri fondatori a scrivere il Manifesto di Ventotene.
I fatti
Dopo tre lunghi anni di assedio intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo bosniaca attacca la sua Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo - bosniache guidate dal generale Ratko Mladic entrano nella cittadina bosniaca.
Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 8.372 civili di quella metà di luglio del 1995 è solo l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima: una storia di
Assedio. Dicono: chi è sopravvissuto a Srebrenica non può dire di avere sentimenti in corpo, e chi non l’ha conosciuta non può dire di aver visto la guerra in Bosnia. È per questo che è importante raccontare l’assedio e la caduta di Srebrenica.
“Io sono nata in un paese davanti al mare…”, una donna torna bambina scrutando l’orizzonte dalla costa orientale dell’Italia. “Cosa c’è dall’altra parte?” si chiede. Una domanda semplice, ma quella domanda non ce la siamo fatta, quando la risposta era una: dall’altra parte del mare c’era una terra e una guerra.
Un’attrice sola sul palco, per più di un’ora, diventa narratrice e protagonista di una storia dove la Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale hanno giocato a Risiko con la vita di decine
di migliaia di persone. Uno spettacolo | testimonianza che ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: Aggressori e Aggrediti.