Piera Aiello, testimone di giustizia e deputata dell'attuale Parlamento, ospite all'IIS Torriani, per gli incontri organizzati dal Cpl in occasione del 21 marzo, giornata dell'impegno in memoria delle vittime di mafia, ha fatto un annuncio in anteprima alle 10 classi presenti con lei in aula magna e alle scuole in collegamento streaming: il diario di Rita Atria sarà presto pubblicato e diventerà un libro di testo per le scuole.
Il 19 luglio 1992 Rita Atria (Rituzza, come la chiamava Paolo Borsellino), scriveva: “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita… Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”. Ma poi continua dicendo: “Bisogna rendere coscienti i ragazzi che vivono nella mafia, che al di fuori c’è un altro mondo, fatto di cose semplici ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di quella persona o perché hai pagato per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non ci sarà mai, ma se ognuno di noi prova a cambiare ce la faremo”.
Rita Atria era cognata di Piera Aiello. Piera moglie e Rita sorella Nicola Atria, figlio Vito Atria, mafiosi di Partanna. Vito fu ucciso nove giorni dopo il matrimonio del figlio; Nicola Atria fu assassinato nel 1991, in presenza della moglie. Dopo questo fatto, Piera Aiello decide di denunciare gli assassini del marito e inizia a collaborare con la polizia e la magistratura, unitamente alla cognata Rita, aiutate e protette dal giudice Paolo Borsellino che diventerà per loro un amico e, in particolar modo per Rita, una figura paterna.
Rinnegata dalla famiglia, Rita Atria non regge alla strage di via d'Amelio e si toglie la vita. Piera resiste e oggi fa politica, mentre continua il suo impegno di sensibilizzazione nelle scuole.
E sulla sua esperienza in parlamento si è tolta più di un sassolino: "Sono invecchiata più negli ultimi anni in Parlamento che in 27 anni sotto copertura nella mia lotta alla mafia" - confida agli studenti del Torriani. Aggiungendo il suo rammarico per quelle due proposte di legge sui testimoni di giustizia e sulle vittime di usura da lei presentate nel 2019 e non ancora prese in considerazione.
Nonostante ciò, Piera ha sottolineato che la legislazione italiana è comunque più efficace di quella europea nella lotta alla mafia: gli effetti benefici della legge La Torre-Rognoni sono ancora evidenti.
Con passione, intensità, disponibilità Piera ha poi risposto a più di un'ora di domande degli studenti del Torriani, del tutto coinvolti in un dialogo profondo con una donna straordinaria, testimone di giustizia e umanità.