Era il 1941 quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, nel periodo in cui erano stati confinati sull’isola di Ventotene per essersi opposti al regime fascista, idearono un progetto di unità europea. Frutto di riflessioni sviluppatesi nel corso della cosiddetta “guerra dei 30 anni” che dal 1914 al 1945 ha sconvolto l’Europa, il Manifesto rappresenta un mutamento di paradigma essenziale nel progetto di un continente europeo unificato.
“Per un’Europa libera e unita“, il titolo originale, oggi conosciuto come “Il Manifesto di Ventotene”, ovvero come uno dei testi fondanti dell’Unione europea, è un documento che nasce con l’idea europeista di una rivoluzione democratica d’Europa, di creare una federazione europea ispirata ai principi di pace e libertà, con base democratica dotata di parlamento e governo e alla quale affidare ampi poteri, dal campo economico alla politica estera.
Il Manifesto fu poi pubblicato da Eugenio Colorni che ne curò la redazione e ne scrisse la prefazione. Il Manifesto venne diffuso in seguito grazie all’aiuto di alcune donne che lo portarono sul continente dall’isola di Ventotene e lo fecero conoscere agli ambienti dell’opposizione di Roma e Milano.
Nonostante nel 2021 si sia celebrato l'ottantesimo di questo testo fondamentale, nonostante esso sia pubblicato sul sito del Senato della Repubblica italiana e sul sito dell'Unione Europea perché ritenuto davvero il documento che ha ispirato il processo di creazione della Comunità Europea, sono ancora in pochi a conoscerlo: ad aver letto il testo e a conoscere la storia dei confinati a Ventotene. Su quell'isola i quadri dirigenti dell'antifascismo italiano e dunque le menti più vivaci e acute dell'opposizione al regime (giellisti, anarchici, socialisti, comunisti) si sono ritrovati forzatamente inoperosi, ma scalpitavano, in piena guerra, guardando al futuro, alla ricostruzione che doveva essere internazionalista o non sarebbe stata...
5blsa, 5amat e 5ainf hanno visto il 19 gennaio il docufilm Le parole di Ventotene e, al termine della proiezione delle prime due ore, il regista Marco Cavallarin è intervenuto in conference call. Tanti i temi emersi nel dialogo fra le docenti, il regista e le classi, soprattutto l'estrema attualità di questo Manifesto. Rossi aveva messo in guardia dall'idea di un'Europa fondata sull'economia e non, in primo luogo, sulla politica e nel testo già si scriveva quanto ormai appare evidente a tutti: le divisiono politiche non sarebbero state più tra destra e sinistra, ma tra nazionalisti e internazionalisti.
Il progetto delle quinte (che hanno aderito a estoeducational) cercherà di approfondire questi temi e di riflettere sull'Europa di ieri e di oggi.
LA PAROLA ALLA QUINTA A MAT: UN COMMENTO SUL PROGETTO ESTO
Progetto Esto
Ho trovato interessante come Ernesto Rossi vedesse in una Europa unita la soluzione alla
stagione dei totalitarismi e dei conflitti che hanno lacerato il nostro continente nella prima
metà del XX secolo, e come oggi la riuscita di questo progetto di unità europea, a distanza
di anni dalla sua fondazione, porti pace e azzeri il rischio di guerre e di possibili dittature
negli stati membri. Mi è piaciuto il riferimento iniziale alla libertà, quella con la “L”
maiuscola, che è la condizione necessaria affinchè ciascun individuo possa realizzarsi
compiutamente. Interessante inoltre anche quando si afferma che la completezza del
progetto arriverà quando tutti gli stati del mondo saranno legati da un rapporto di unione e
fratellanza tra uno e l'altro. Le parole di Ernesto, il suo credo politico, straordinaria eredità
per noi, ci invitano a credere e ad adoperarci perchè questo si possa realizzare. (Luca B.)
Secondo me il film è stato interessante, mi é piaciuto il taglio documentaristico dato.
La tematica a mio parere più interessante è il legame tra l'idea politica di Ernesto Rossi e i
suoi burattini, capaci con leggerezza e ironia di portare i valori della giustizia e della
libertà di pensiero (Fagiolino docet!)
La parte del film che mi é rimasta più impressa é quella dove viene mostrato il vassoio
decorato, soprattutto i particolari attraverso i quali vengono ricordati gli altri confinati
politici di Ventotene. Ad Ernesto Rossi sicuramente non mancavano arguzia e senso della
satira! (Luca R.)
Ho trovato interessante la visione del film, poiché riguarda una tematica che non era mai
stata approfondita a fondo e che ritengo sia importante da conoscere, perché riguarda un
pezzo di storia della nostra Europa. È stato molto interessante conoscere la figura di
Ernesto Rossi, anche negli aspetti piú privati della sua vita. Mi ha coinvolto
particolarmente il racconto della sua permanenza all'interno del carcere di Ventotene, lo
scambio di idee con gli altri detenuti, lo spessore delle loro riflessioni accompagnato
dall’accettazione di quanto dovevano sopportare pur di non piegarsi al pensiero fascista.
Ho apprezzato anche il linguaggio usato, parole adatte a noi ragazzi, a un pubblico di
quinta superiore. Mi sono rivisto in quei giovani provenienti da tutta l’Europa che ogni
anno si recano sull’isola alla scoperta di questa pagina di storia che è anche la nostra.
(Sebastiano)
Il docufilm mi ha colpito molto perché ha saputo trasmettere il senso dell’ironia che
Ernesto Rossi voleva condividere col mondo, nonostante la sua vicenda umana lo avesse
messo di fronte all’esperienza del confino per non aver chinato la testa, per non essersi
piegato al fascismo. Ammiro la determinazione di persone coraggiose che si sono battute
fino in fondo per un'idea che andava contro i totalitarismi, senza avere mai dei
ripensamenti. Di sicuro grazie al loro gesto oggi abbiamo le libertà di cui godiamo e che
spesso diamo per scontate.
Vorrei che venisse diffuso a un pubblico sempre più vasto, sarebbe un’ottima idea, perché
così si conoscerebbero più ampiamente il Manifesto e i suoi redattori, che possiamo a buon
diritto annoverare tra i padri dell’Europa. (Loredana)
Nel documentario “Le parole di Ventotene” la questione storica è stata trattata con
delicatezza e in una chiave innovativa, ho trovato molto stimolante l'interpretazione del
Manifesto dagli occhi del diretto interessato Ernesto Rossi, il quale come voce narrante, ha
raccontato la vicenda attraverso l'ironia e la leggerezza dei burattini. Ho apprezzato molto
anche la corrispondenza tra libertà e natura che vediamo protagonista in molte riprese. Il
regista ha saputo trasmettere una parte di storia importante per il nostro Paese con una
visione diversa dalla storia raccontata abitualmente, avvicinandosi così alla generazione di
giovani che riusciranno a fare proprie queste idee e questi pensieri stimolanti. (Greta)
Ho trovato la visione del film molto interessante, personalmente non la reputo una
tematica semplice da trattare, e aver letto prima il Manifesto mi ha aiutata particolarmente
nella comprensione del film. Erano argomenti nuovi di cui non avevo mai sentito parlare e
partecipare a questo progetto mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze su parte della
storia che mi ha preceduto. Uno scenario che mi ha particolarmente particolarmente
colpito è stata la passione di Ernesto Rossi per il teatro dei burattini.” (Maria Vittoria)
Il film é stato per me un'opportunità per approfondire quanto già affrontato in classe, le
immagini hanno saputo dare vita alle parole, e il Manifesto di Ventotene redatto nel 1941
(sono passati ottant’anni!), mi è sembrato di straordinaria attualità. Una attualità
sottolineata anche dalla triste coincidenza della scomparsa di David Sassoli, Presidente del
Parlamento Europeo, che il Manifesto lo citava spesso, consapevole che in quelle parole,
in quelle righe, stava prendendo forma un grande progetto di libertà, di fratellanza e di
solidarietà. (Edoardo)
Un padlet di 5blsa che riassume il testo; il testo completo pubblicato sul sito del senato