“CAMPI ELETTROMAGNETICI, TELEFONI CELLULARI E POTENZIALI RISCHI PER LA SALUTE” è il titolo dell'incontro tenuto dalla dottoressa EVA TIBALDI responsabile U.O. di Istopatologia del centro di ricerca indipendente e internazionale "Cesare Maltoni" dell'Istituto Ramazzini di Bologna.
Un evento importante e significativo perché si è svolto di fronte a una platea di giovani studenti dell'IIS Torriani che, come tutti i loro coetanei, ma anche come tutti gli adulti al giorno d'oggi, sono esposti costantemente a campi elettromagnetici di vario tipo.
La dottoressa ha chiarito la prima grande distinzione necessaria nel campo delle radiazioni: in genere, sono suddivise in due grandi categorie a seconda della loro capacità di modificare la materia biologica, da cui dipende la natura dei possibili danni agli organismi esposti: radiazioni ionizzanti (raggi X e gamma, i cui fotoni sono ad alta energia, e particelle subatomiche ad alta energia) radiazioni non ionizzanti (onde elettromagnetiche i cui fotoni sono a bassa energia, ultrasuoni).
Proprio su questo secondo aspetto, i ricercatori dell'Istituto Ramazzini hanno fatto ricerca per anni. In particolare hanno studiato gli effetti delle esposizioni alle radiofrequenze cioè alle antenne emittenti i segnali per la radiofonia mobile. Parallelamente sono state condotte ricerche sugli effetti dall'esposizione "da vicino" ai campi elettromagnetici ovvero l'esposizione da cellulari. Su questo punto le evidenze sono che le radiofrequenze inducono campi elettrici che passano nella scatola cranica di qualche centimetro; nei bambini piccoli il passaggio è ancora più facile e dannoso. Dopo gli studi su 3g e 4g, ora la ricerca si affretta a comprendere i potenziali rischi del 5g: il problema principale sono gli effetti combinati di antenne 4g e 5g vicine.
"Sempre dobbiamo considerare gli effetti combinati di un fenomeno che studiamo - ha spiegato la dottoressa Tibaldi - radiazioni a bassa frequenza poco dannose combinate con altri agenti inquinanti, come ne abbiamo tanti nelle nostre città, possono portare ad effetti devastanti".
Di fronte ai problemi che conosciamo e studiamo da tempo e di fronte alle nuove tecnologie, la dottoressa ha sottolineato che "Non possiamo mettere da parte la tutela della salute per ragioni economiche". Di qui l'invito ai giovani a fare ricerca, a studiare, a impegnarsi per cercare di capire e trovare soluzioni.