Il 20 marzo apre i battenti Fiera Didacta Italia, il più importante appuntamento fieristico sull’innovazione del mondo della scuola che ha l’obiettivo di favorire il dibattito sul mondo dell’istruzione tra gli enti, le associazioni e gli imprenditori, per creare un luogo di incontro tra le scuole e le aziende del settore. L'IIS Torriani, unica scuola della provincia di Cremona, è presente con uno stand che presenta un progetto che coniuga innovazione e inclusione. "Un binomio che da subito ha attirato la curiosità e l'interesse dei visitatori, infatti gli eventi dello stand Torriani sono sold out - racconta con orgoglio la ds prof.ssa Simona Piperno - Per la nostra scuola è un traguardo importante e siamo fieri di esserci con un progetto che punta all'inclusione".
La Fiera ha un format molto innovativo. Da un lato ci sono le principali aziende della filiera della scuola: dall’editoria all’edilizia, dalle tecnologie agli arredi, alla didattica museale alle destinazioni turistiche, dalla formazione all’educazione musicale fino ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento; dall’altro la formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici con eventi formativi di altissimo livello.
L'idea e il progetto che Torriani presenta a Didacta nascono nel 2015 quando il prof. Michele Perna, allora docente allo Sraffa, trova il modo di dare una risposta ai genitori che chiedevano alla scuola la possibilità di includere nelle lezioni di scienze motorie anche i figli con disabilità . La soluzione è arrivata quando Perna ha intercettato la ricerca sviluppata nel settore dall'azienda Lab. 3.11 (il nome deriva da terzo piano, interno 11 dell'Unità spinale di Torino ndr): il proprietario di questa dinamica azienda meccanica, rimasto claudicante dopo un incidente, si è sottoposto a una lunga riabilitazione e la sua visione della vita è cambiata. Da qui l'idea, la sua società viene riconvertita e inizia a produrre carrozzine per disabili. Nasce la carrozzina Energy, dotata di un sistema di seduta che si adatta alla persona. Il sistema di cinghie permette un saldo ancoraggio alla sedia ed è adatta a bambini in età scolare. Perna pone il problema a livello di UST e incontra la disponibilità e la sensibilità dell'allora preside dello Sraffa Arpini e del Provveditore Gallo: parte dunque un protocollo di rete tra istituti che vogliono le carrozzine Energy in comodato d'uso. Quando Perna arriva al Torriani, e si trova a lavorare in una scuola dove non sono presenti disabili motori, inizia a ragionare sulle competenze che gli alunni normodotati possono sviluppare confrontandosi con il mondo paralimpico, ne nasce un progetto innovativo e dunque le carrozzine vengono date in comodato d'uso anche senza la presenza di alunni disabili. Nel frattempo Lab 3.11 partecipa a vari contest sportivi e sempre più realtà in Italia si avvicinano alla sperimentazione, ma è il Torriani la prima scuola che pratica un metodo ed esercizi per avvicinare allo sport con carrozzina chiunque. La prospettiva è di vedere una partita, ad esempio un tre contro tre nel basket, giocata da atleti in carrozzina e notare solo a fine della competizione che tre di loro erano normodotati e dunque si alzano in piedi.
"Così si rovescia il punto di vista - spiega Perna - Nella sperimentazione Torriani non c'è mai stata resistenza da parte dei ragazzi. Provano tutti a diventare disabili".
Dopo il feedback importante dello scorso anno Torriani torna Didacta per diffondere questa buona pratica.
Tante le sinergie che si sono create nel nome dell'inclusione, ad esempio C2group ha comprato 4 carrozzine pro bono per lasciarle nelle istituzioni scolastiche che intendono provare la sperimentazione Torriani. Pioniera di questo progetto è la prof.ssa di scienze motorie Maria Grazia Papetti: "Siamo i primi in Italia ad aver inserito la carrozzina Energy in un programma didattico, partendo con diversi step dall'approccio allo strumento fino al gioco sportivo. I ragazzi provano su di loro cosa vuol dire giocare, muoversi ed effettuare gli schemi motori da seduti con gli arti inferiori legati. Il risultato è che tutti partiamo da un punto zero per poi crescere a livello di esperienza motoria, ma anche a livello di consapevolezza e empatia verso la situazione di uno che sta sulla carrozzina. Inevitabilmente gli studenti, dopo questa sperimentazione, si approcciano alla disabilità in modo diverso".
Energy rappresenta dunque uno strumento innovativo per poter promuovere l'inclusione a scuola sia quando siamo in presenza di un alunno con disabilità motoria sia quando la disabilità non c'è. Lo sottolinea un'altra colonna del progetto, la docente di sostegno prof.ssa Benedetta Carboni: "in una classe in cui non c'è un alunno disabile Energy ha una valenza educativa fortissima, si tratta di vera inclusione. Direi infatti che questo strumento va fatto provare anche e soprattutto ai docenti, proprio perché l'inclusione possa diventare realmente una delle competenze che noi cerchiamo di promuovere nei nostri alunni". Un invito alla co-progettazione tra i docenti, dunque. L'insegnante di sostegno, per esempio, dovrebbe entrare in palestra, "Cosa che normalmente non avviene" - conclude Carboni.
Se la scuola è il luogo nel quale lo studente è chiamato, sotto la guida degli insegnanti, a conoscere i propri limiti e le proprie risorse, "è necessario includere non integrare - puntualizza la prof.ssa Josita Bassani, referente dei progetti Torriani - l'inclusione è un processo. E un processo prevede un percorso che può essere osservato da parte dei docenti: la carrozzina Energy permette un punto di vista privilegiato di osservazione non tanto dei ragazzi diversamente abili, ma proprio dei ragazzi normodotati".
Emergono delle peculiarità che da una lezione frontale non si vedono, rimangono coperte e sono magari invece fortemente caratterizzanti lo studente.
Ecco perché a Didacta c'è grande aspettativa e partecipazione attorno a questo progetto. D'altro canto siamo ancora in un'epoca in cui la disabilità fa notizia, crea empatia, almeno superficialmente.
"Energy, adattandosi alla disabilità, stravolge la percezione che si ha del disabile - conclude Perna- Quando la disabilità non farà più notizia allora potremo dire di aver fatto dell'inclusione una competenza". Questo, in ultima analisi, è l'obiettivo del progetto che Torriani presenta a Didacta.
nelle foto Josita Bassani, Benedetta Carboni, Maria Grazia Papetti, Michele Perna