La narrazione di Matteo Corradini - ebraista, scrittore, autore di romanzi, quali "La repubblica delle farfalle", "Annalilla", curatore della nuova edizione del "Diario di Anna Frank" - ha letteralmente coinvolto i partecipanti al seminario sul Ghetto di Terezin tenutosi il 27 novembre in sala Puerari.
È stata la prima tappa del percorso “Essere cittadini europei, percorsi per una memoria attiva” organizzato dalla Rete scuole superiori della Provincia di Cremona di cui il Torriani è scuola capofila e, novità di quest’anno, dall’Anda (Associazione nazionale divisione Acqui” sezione di Cremona ndr). La collaborazione tra l’A.N.D.A. e la Rete permetterà di realizzare insieme iniziative per l’affermazione dei valori di libertà e democrazia per i quali milioni di europei (compresi migliaia di cremonesi) sono stati trucidati dai nazisti e dai fascisti, o hanno subito la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio.
Al convegno di mercoledì erano presenti la prof.ssa Manuela Zagni, referente del Torriani, che ha portato i saluti della dirigente Roberta Mozzi; l’avv. Carletti, presidente del consiglio comunale, presente in rappresentanza del sindaco al quale sono andati i ringraziamenti per il patrocinio, il presidente dell’Anda arch. Tiziano Zanisi e la prof.ssa Ilde Bottoli, referente storico scientifica, organizzatrice del progetto.
Corradini ha svolto numerosi studi al ghetto di Terezin e ha recuperato gli strumenti musicali Zalud suonati dai prigionieri del campo. Ha fondato anche il gruppo musicale Zalud quartet per riportare questi strumenti a suonare dal vivo, per la prima volta dopo 70 anni di silenzio.
Le mura di Terezín erano state costruite un tempo perché nessuno entrasse, alla fine del Settecento era infatti una fortezza: i nazisti le sfruttarono perché nessuno potesse scappare.
Per trasformare il paese in un campo di transito, i nazisti fecero uscire dalle loro case tutti gli abitanti di Terezín. Vi misero dai trenta ai quaranta mila ebrei, l’affollamento a Terezín divenne presto insopportabile, c’erano pochi metri quadrati per ogni persona e pochissimo cibo.
Anche moltissimi ragazzi e bambini persero la vita in quei luoghi di orrore. Dei quindicimila che erano passati da lì, ne rimasero solo 142. Il 5 maggio del 1945 i nazisti abbandonarono il ghetto. L’8 maggio arrivarono i soldati dell’Armata Rossa, l’esercito dell’Unione Sovietica che era in guerra contro la Germania. In ghetto c’era pochissima gente, quel giorno, e quasi tutti erano malati.
Del passaggio dei ragazzi e dei bambini a Terezín è rimasta una commovente testimonianza, rappresentata da alcune migliaia di disegni e qualche decina di poesie. Da questi testi e queste immagini traspare una maturità di pensiero straordinariamente precoce e la consapevolezza di un destino inesorabile.
Non è mai tardi per cominciare a pensare che questa tragedia ci riguarda tutti e che la memoria è un valore da condividere. Questa la prima tappa, nella seconda sempre Corradini nell’aula magna del Torriani parlerà della Primavera di Praga. Un percorso pensato per formare cittadini europei consapevoli e preparare al viaggio della Memoria 2020 che si svolgerà in aprile a Praga-Terezin.
nelle foto Matteo Corradini in primo piano; al tavolo le proff. Manuela Zagni, Ilde Bottoli, Tiziano Zanisi