di Claudia Saldi, 5abio
Grazie all'Università della Strada del Gruppo Abele, CPL Cremona-Crema e Libera, abbiamo potuto assistere ad un incontro di tre ore intitolato: “Trasparenza è libertà. Una metodologia innovativa per per educare alla responsabilità sociale del bene comune anche al tempo del COVID-19”.
Inizialmente Mirelva Mondini, dirigente del Manin, scuola capofila di questo progetto, ha spiegato in cosa è consistito il progetto: si è basato sulla costruzione di un curriculum verticale, esteso dalla scuola primaria a quella secondaria di secondo grado, trattando delle tematiche sociali e civiche della legalità e della trasparenza istituzionale.
Successivamente il Dottor Leonardo Ferrante, referente nazionale del Gruppo Abele e di Libera per il settore anticorruzione civica e cittadinanza monitorante, ci ha illustrato come la rete scolastica, in sei anni, abbia supportato le attività e questo progetto, importante soprattutto nella situazione che stiamo vivendo oggi. Si è sottolineato il ruolo fondamentale dell'unione e della collaborazione. Innanzitutto nelle scuole che hanno aderito a questo percorso sono stati adottati metodi diversi rispetto ai gradi di istruzioni. È stato definito il diritto e dovere di vigilare sul bene comune e sono state stabilite regole condivise dal gruppi e non imposte dai docenti. L'impatto del percorso di formazione e progettazione condivisa riguardo agli insegnanti è stato quello di trasformare l'idea comune che per fare anticorruzione occorra prima di tutto parlare dei corrotti e dei corruttori. Aver provato a focalizzare i rischi di opacità per gli insegnanti ha ridisegnato i contorni del tema, quindi il progetto ha dimostrato come la dimensione del Centro di Promozione Legalità (CPL) sia importante e da praticare, perché la condivisione del percorso ha generato una maturazione condivisa riorientata poi agli studenti. Nelle scuole sono stati impiegati quindi dei questionari “fatti su misura”. Nelle scuole primarie, sono stati posti dei quesiti che riguardavano le decisioni per cambiare ciò che non piaceva ai bambini, ponendo la domanda: “In che modo è meglio cambiare ciò che non ti piace?” nello step finale del percorso. Per la scuola secondaria di primo grado, invece, sono state poste domande che riguardavano la conoscenza del regolamento dell'istituto e l'utilizzo o meno del cellulare in aula. In conclusione, Ferrante ci ha illustrato i quesiti posti ai ragazzi delle scuole superiori che riguardavano soprattutto la diffusione della corruzione e se il cittadino abbia la possibilità di vedere chiaramente come funzionano le pubbliche amministrazioni.
Attraverso questa spiegazione, infine, si è potuto capire che più si ha conoscenza, più gli studenti e gli insegnanti che hanno partecipato al progetto si pongono domande: questo discorso si può estendere alla società intera.
Successivamente ha preso la parola il professor Alberto Vannucci, direttore del master in Analisi, Prevenzione e del contrasto alle criminalità organizzate e della corruzione. Attraverso il suo intervento, abbiamo potuto avere maggior delucidazioni sul tema “Emergenza”, definita come una realtà di fenomeni che sono stati progettati quasi a tavolino. Inoltre lo stesso Vannucci ha sottolineato l'importanza della tutela dei beni comuni dicendo: “Durante la pandemia abbiamo riscoperto che un diritto fondamentale e un bene comune è la tutela della salute e che i processi decisionali si basano su un patto fragile che unisce tra di loro delegati dalla collettività e la comunità stessa”. In conclusione del proprio discorso Vannucci ha utilizzato la metafora della pubblica amministrazione come una casa dalle pareti di vetro per stabilire fiducia tra cittadini e amministrazioni.
Massimo Brunetti, referente del progetto “Illuminiamo la salute” e responsabile della prevenzione dalla corruzione dell'Ausl di Modena, ha condiviso inizialmente delle riflessioni sul COVID, definendo le pandemie eventi possibili con cui convivere. Dopo ciò che abbiamo vissuto nell'ultimo periodo, in futuro saremo più pronti e più organizzati. Questa pandemia ha rivelato la grande importanza del sistema sanitario pubblico soprattutto in modo territoriale. Attraverso il suo discorso, Brunetti ci ha fatto intendere che la corruzione in questi anni si è combattuta nel modo giusto, ma c'è ancora moltissimo da fare, infatti spesso ci sono molti disagi burocratici che fanno chiudere gli occhi rispetto a problemi più importanti.
Attraverso delle immagini, Brunetti ci ha fatto capire la complessità della realtà e ha usato una persona in equilibrio su un filo con un bastone per dirci come si lavora contro la corruzione, attraverso l'utilizzo di strumenti che permettano di rimanere in equilibrio. Attraverso l'immagine del ponte crollato sul fiume Magra in Liguria, ci ha fatto riflettere sul perché le cose non funzionano e quindi in questi termini ha stabilito tre parole importanti: delega, casualità e indipendenza.
Infine sono intervenuti Michele Gagliardo e Stefano Prandini per quanto riguarda il monitoraggio della corruzione. Lo stesso Gagliardo ha detto che l’impegno del monitoraggio è una delle azioni civili che ciascuno di noi può mettere in atto; accanto a un percorso di formazione per i ragazzi, è necessario che tutti prendano una posizione contro la corruzione nelle nostre vite. Gagliardo ha aggiunto che il monitoraggio non è da intendersi solo come una formazione pratica, ma anche mentale e logica per uscire da sé e andare verso gli altri, scopo dell'attività.
In conclusione del convegno, Stefano Prandini, ha chiarito che nel casalasco, cremasco e cremonese c’è l’esigenza di comprendere quanto la corruzione incida nelle nostre vite. Le grandi corruzioni della società si comprendono solo dopo aver guardato alle piccole situazioni di opacità vicine alle nostre vite o addirittura in esse.
Claudia Saldi 5°ABIO
"Una mancanza di trasparenza si traduce in sfiducia e in un profondo senso di insicurezza”. (Dalai Lama)